L'estate successiva…
Il
parrucchiere dette un ultimo spruzzetto di lacca, dopodichè Mr. Tree si alzò in
piedi sgranchendosi i rami.
"Come
le sembvano?"
L'albero
guardò lo specchio sulla parete e si mirò in tutto il suo splendore: i
capelli-foglia risaltavano lucenti sul ligneo colore del busto-tronco.
Mr.
Tree si era fatto biondo.
"Perfetti!
E' il colore giusto per la stagione estiva!", commentò.
"Desideva
ancova un po' di lozione alla clovofilla, pedicuve, ops... vamicuve?"
"No,
grazie. Basta così."
Uscì
soddisfatto, anche se quel lavoro gli era costato un sacco di soldi. Ma ne
valeva decisamente la pena: le sue foglie sembravano ridotte ad uno straccio,
senza vigore... ora invece avevano un aspetto quasi regale!
Prese
al volo l'astrobus numero 7429, diretto alla stazione orbitale di Moca dove si
trovavano le principali agenzie di viaggi interplanetari.
Si
era appena seduto quando udì una voce dal tono severo:
"Giovanotto! Un pò di rispetto per gli
ultracentenari!"
Una
vecchietta che sembrava aver combattuto durante l'ultima campagna di guerra
astrale lo aveva apostrofato duramente.
"Oh,
mi scusi non l'avevo proprio vista!"
Si
alzò facendola educatamente accomodare.
"Dicono
tutti così."
"Forse
perchè è vero.", rispose in tono scherzoso. Era simpatica, anche se dai
modi un po' bruschi.
La
vecchietta scese la fermata successiva e il posto fu furbescamente rilevato da
un falso obeso che non sopportava più il peso della sua stessa esistenza.
Mr.
Tree non si curò della cosa. E non avrebbe notato nient'altro. Era troppo
eccitato dall'idea che a momenti sarebbe andato in vacanza!
Aveva
proprio bisogno di un lungo periodo di riposo. Negli ultimi mesi non aveva
fatto altro che accettare pericolosi incarichi dal Comando Supremo Astrale,
come ad esempio quegli odiosi pizzifrolli
del pianeta Telosah o le coltivazioni di rape di Patatai.
Ora,
con l'avvento dell'estate, il caldo si faceva insopportabile e non vedeva l'ora
di partire per un lungo viaggio dimenticando tutte le sue preoccupazioni.
L'astrobus
si fermò al capolinea. Mr. Tree scese dalla vettura dirigendosi verso un centro
commerciale. Una grossa insegna luminosa indicava la più estrosa agenzia di
viaggi di Moca: la Grand Illusion Travel
Centre.
Aprì
la porta, dando un'occhiata all'interno. Le pareti erano tappezzate di
manifesti che pubblicizzavano i posti più stravaganti:
PRENDETE LA TINTARELLA VERDE SU STRAMBIA...
... SOLO TANZA HA IL MARE GIA' SAPONATO!
VISITATE LE GROTTE DI ZUMMI ZUMMI...
Una
signorina che indossava una graziosa camicietta bianca si fece avanti:
"Desidera,
signore?"
Mr.
Tree la guardò con attenzione e vide che improvvisamente la camicietta aveva
cambiato colore, mostrando dei vistosissimi fiori color arancio. Fece finta di
niente e rispose:
"Vorrei
qualche idea per una vacanza..."
"Ha
già in mente qualcosa?"
"No,
nulla di preciso."
La
ragazza tiro fuori dal bancone alcuni depliant.
"Marte,
Saturno, gita su Urano con sottomarino, e poi Vega, Antares, caccia di lumache
su Trantor..."
"Mah,
sono le solite gite della domenica..."
"Abbiamo
anche Tour Galattici, Spedizioni Astrologiche, Gite Disorganizzate, ..."
"No,
no... volevo qualcosa... beh, qualcosa di veramente speciale..."
"Ci
sarebbero le Vacanze a Sorpresa!",
fece la signorina.
"Vacanze
a Sorpresa?", ripetè l'albero.
Mr.
Tree notò che ora la camicietta era diventata a scacchi.
"Certo!
Tutti i clienti che ne usufruiscono hanno un alto coefficiente di divertimento
assicurato!"
Ora
era rosa a pallini gialli.
"E...
come funziona?"
Con
molta pazienza la ragazza spiegò il regolamento:
"Le
località sono selezionate dal nostro cervello elettronico, che provvede anche
al teletrasporto istantaneo. E' l'ultima novità dell'estate e sta avendo un
grosso successo! Pensi... eviterà gli ingorghi e le lunghe file di astronavi ai
caselli iperspaziali!"
Mr.
Tree pensò di avere una visione: la camicietta era magicamente diventata trasparente e la signorina mostrava il
più bel seno che avesse mai visto.
"E...
quanto costa?", chiese Mr. Tree in estasi.
"A
dire il vero è un po' caro, ma... le assicuro che si tratta di un'esperienza
eccezionale!"
"Lo
credo.", pensò Mr. Tree.
"Accetto!"
e firmò un assegno di mille dollari. "Cosa devo fare, ora?"
"Vuol
partire subito?"
"Come
no!", fece l'albero.
"O.K.
Tenga!" La signorina posò un oggetto sopra il bancone.
"Cos'è?",
chiese Mr. Tree.
"E'
un teletrasportatore molecolare. Lo metta al dito: la guiderà in ogni angolo
della Galassia!"
Mr.
Tree infilò lo strano anello.
"Bip,
bip, PARTENZA!", fece l'anello.
"E'
un anello parlante?"
"Ha
imparato qualche parola. Giusto il necessario per un primo approccio con il
nuovo ambiente. Buon viaggio, signor Tree!"
L'albero
scomparve.
10
"Quella
ragazza è un po' tocca.", fece l'anello.
Mr.
Tree, indifferente, si sistemava la camicia.
"Ha
detto che conosco qualche parola...
Ah! Cinque lingue, parlo. Mica una!"
L'anello
continuava a blaterare.
"Scusa!",
fece Mr. Tree, "Vorrei un po' di silenzio, per favore."
"Oh,
scusami tanto, adesso smetto."
L'anello
si azzittì per qualche momento, ma il silenzio non durò a lungo.
"Non
pretenderai che io stia sempre muto come un pesce, no?", tornò a dire.
"Va
bene, va bene", sospirò Mr. Tree, "dimmi almeno dove siamo."
L'anello
sembrò guardarsi attorno. In realtà, non si era allontanato di un millimetro
dal ligneo dito di Mr. Tree.
"E
che ne so?"
"Come
sarebbe a dire? Non sei la mia guida?", esclamò meravigliato l'albero.
"Embè?
Non crederai che io conosca a memoria ogni coordinata della Galassia? Muoviti
un po' in giro e chiedi a qualcuno!"
Mr.
Tree, perplesso, si diresse verso un grosso spiazzale poco distante.
Proprio
in quel momento nello spiazzale atterrarono una ventina di grosse astronavi da
turismo e si sistemarono nel parcheggio a loro adibito, discutendo il prezzo
col custode abusivo che si era precipitato a riscuotere il dovuto.
Il
piazzale era un pullulare di gente. C'erano venusiani in costume da bagno e
ciabatte di sughero, comitive di romulani che camminavano al passo, i soliti
veghiani che scattavano foto a qualunque cosa si muovesse e qualche famiglia
della Galassia meridionale che si trascinava dietro la sua numerosissima prole:
una marmaglia di piccole pesti che lasciava solo rovine dietro di sè.
Dal
piazzale si poteva accedere ad un viale alberato, ad un lato del quale
corrispondevano centinaia di centri di balneazione, ognuno fornito di una
luccicante insegna dai simboli indecifrabili.
Mr.
Tree si avvicinò ad un tizio che stava accendendo la sua pipa.
"Scusi,
un'informazione", fece l'albero, "saprebbe dirmi dove siamo?"
"Questo
è Zagniblast.", disse l'uomo con voce da baritono.
"Zagniblast..."
"Zagniblast! Non l'aveva mai
sentito?"
"Beh,
veramente... no!"
"E'
una vergogna!", esclamò il tizio, "E' il più importante centro di
villeggiatura della Galassia. Percorrono centinaia di parsec per venire a
Zagniblast."
"E...
cosa c'è da vedere?"
"Le
sue spiaggie al profumo di mandarino sono famosissime! E poi ci sono altre
attrazioni, quali ad esempio i ciliegi da guardia, le galline assassine, lo
Snorg, ..."
"Lo
Snorg?", ripetè Mr. Tree.
"Certo.
E' un animale selvaggio che si nutre di turisti."
"Ehi,
non è pericoloso?"
"Pericolosissimo!
La gente viene qui per questo."
"Per
farsi mangiare?", chiese divertito Mr. Tree.
"Beh,
naturalmente nessuno vuol farsi mangiare. E difficilmente accade: la
probabilità di un incontro è scarsissima a causa dell'elevato numero di
turisti. Lo Snorg mangia un solo turista al giorno!"
La
conversazione fu interrotta dal sopraggiungere impetuoso di un gruppo di
moxiani che selvaggiamente si tuffarono in una piscina, mandando spruzzi
d'acqua rossastra in ogni direzione che investirono in pieno l'albero.
"Che
screanzati!", commentò l'anello ripresosi da un momento di torpore.
"Non
è acqua.", fece Mr. Tree assaggiando un po' di quel liquido che gli stava
inumidendo la corteccia. "E' succo di lampone!"
"Beh,
vedi di non sporcarmi. Mi sono lucidato soltanto questa mattina.
Mr.
Tree prese a passeggiare lungo il viale osservando le bancherelle che erano
esposte lungo la strada, controllate da strani personaggi dal volto fasciato,
gente della Galassia orientale che importava manufatti tipici dei loro pianeti.
Gli oggetti erano spesso stravaganti e inusitati come thufir dal vetro
smerigliato, kasinor e marmiglie dai colori sgargianti oppure sanyjen
luccicanti per belle fanciulle.
Decise
di comprare un wanig a quattro punte da appendere in salotto; sulla Terra
l'avrebbe pagato il doppio di quel prezzo. L'anello intanto stava puntando una
spilla seqada dall'aspetto affascinante.
Ad
un tratto una voce gridò da lontano:
"Mr.
Tree!"
L'albero
si avvicinò, scrutando il tipo dalle sembianze non proprio umanoidi.
"Ci
conosciamo?", disse riconoscendo i tratti somatici tipici di un grufalo.
"Non
di persona. Ho letto molte delle sue avventure sulle riviste di
fantascienza!"
Il
grufalo invitò Mr. Tree e l'anello nella sua umile casa che si trovava poco
distante dal luogo dell'incontro. Era un grazioso villino con vista sul mare, i
cui gradevoli effluvi di mandarino si respiravano con vero piacere.
"E'
un vero paradiso, questo posto!", commentò l'albero.
"Grazie,
io e mia moglie ci troviamo molto bene... gradisce un bicchiere di sidro?"
Mr.
Tree accettò con piacere e cominciò a sorseggiare seduto comodamente su di una
poltrona.
"Dov'è
ora sua moglie?"
"E'
in spiaggia. Sta chiacchierando con le sue amiche... un vero coro di malelingue!",
fece il grufalo, "Ma parliamo di lei, Mr. Tree! Sono uno dei suoi fan più
accaniti. La storia che preferisco è quella in cui doma la mosca cavallina
imbizzarrita su Seves IV!"
"Beh,
diciamo che le mie imprese vengono ben romanzate. Comunque ricordo
quell'episodio, è piuttosto divertente!"
"Non
mi avevi detto di essere una specie di eroe!", si intromise l'anello.
"Soltanto
nei racconti, in realtà sono un normale albero come tutti gli altri."
"Che
cosa vi ha spinto da queste parti?", chiese il grufalo versando altro
sidro nei bicchieri.
"Beh,
a dire il vero... sono in vacanza!", rispose Mr. Tree.
"E'
in vacanza.", confermò l'anello.
"Ah,
bene! Allora venite. Vi mostrerò qualcosa tipico di Zagniblast!"
Il
grufalo li fece entrare in un grosso capanno mostrando loro delle robuste
gabbie coperte da lunghi teloni. All'improvviso videro strani animali
dall'aspetto feroce contorcersi e scuotere con violenza gli involucri
metallici. Erano due grossi esemplari, dal piumaggio l'uno bianco e l'altro
pezzato.
"Cosa
sono?", chiese Mr. Tree.
"Sono
galline assassine! Fate molta attenzione!"
Mr.
Tree si teneva a debita distanza, mentre il grufalo gettava il cibo nelle
scodelle degli animali: due grossi pezzi di carne cruda che le fiere divorarono
rapidamente. Una delle due galline ruggì selvaggiamente, come ad indicare che
il pasto era stato gradito.
In
quel preciso istante udirono un profondo boato provenire dalla spiaggia
antistante la casa. Una minacciosa presenza si materializzò nell'aria: ci fu un
fuggi fuggi generale, gente che si accapigliava, persone che invano tentavano
di scappare.
Soltanto
alla fine Mr. Tree comprese quale fosse la causa di tutto quel caos: era
arrivato lo Snorg, per il suo pasto quotidiano a base di turisti.
La
moglie del grufalo era riuscita a mettersi in salvo presso il rifugio antisnorg
di uno stabilimento balneare: mura di cemento armato, alte sbarre, laser
incendiari erano pronti per difendere la postazione.
Lo
Snorg agì rapido come un felino, nonostante la sua mole, e si getto a capofitto
sulla preda designata: era un passiklat adulto in costume da bagno che dimenava
le sue chele emettendo un suono stridulo e disperato. Non c'era ormai più nulla
da fare per lui. La belva lo divorò con pochi violenti bocconi, poi se ne andò
lasciando i resti straziati sulla sabbia.
L'allarme
smise di suonare e in pochi minuti la spiaggia riprese il suo abituale fervore
come se nulla fosse accaduto.
"Anche
per oggi è andata!", esclamò il grufalo.
"Già...
anche quel povero passiklat se n'è andato.", commentò Mr. Tree.
"Perchè non abbattete quella bestia immonda?"
"Scherzate?
Mi arresterebbero per il resto della vita per un fatto del genere!",
ammise l'altro. "Se non mi avessero già linciato i comuni cittadini di
Zagniblast: l'intera economia turistica ne sarebbe irrimediabilmente
compromessa."
Mr.
Tree era sgomento e in quell'attimo scomparve nel nulla.
11
Il
nuovo mondo era davvero superbo.
Si
trovavano nel mezzo di una foresta dalle dimensioni a dir poco gigantesche. Le
cime degli alberi sembravano perdersi tra le nuvole come immensi grattacieli
senza fine.
Una
pianta di astrociclamini si ergeva davanti a loro per ben tre metri di altezza,
inondandoli di profumo con folate concentrate e improvvise.
Un
tizio stava potando con una sega elettrica una mega-pianta di fragoline di
bosco.
"Scusi",
chiese Mr. Tree, "che pianeta è mai questo?"
Il
tizio spense la sega elettrica, appoggiandola su una foglia di lattuga.
"Come
avete detto?"
"Ho
chiesto dove ci troviamo.", fece
ancora l'albero.
"Questa
è la Foresta dei Giganti Gotha su Nola VII."
Mr.
Tree si guardò attorno.
"E'
per questo che è tutto così grande?"
"Certo!
Noi Giganti Gotha viviamo in uno dei pochi mondi ipersviluppati della
Galassia."
"Voi giganti?"
"Sì,
certo! Anch'io sono un Gotha!"
"Ma...
siete alto poco più di me!"
"Beh,
...", disse il tizio timidamente, "a dire il vero io sono un Gotha
nano..."
Mr.
Tree fece un cenno di comprensione. Il nano continuò:
"Comunque
cerco di sfruttare appieno la situazione con lavoretti fatti apposta per
me."
"Come
potare le fragole?"
"Ah...
no", fece il nano, "sono per la mia ragazza. Questa sera viene a cena
a casa mia e vorrei farle una sorpresa: va matta per la torta di
megafragole!"
"La
sua ragazza è alta come lei?"
"No...
lei è normale! Beh, non proprio altissima: arriva quasi a quindici metri."
Mr.
Tree lo guardò sbigottito.
"E...
come fate?", chiese incuriosito.
"Come
facciamo cosa?"
"...
a fare... l'amore, immagino!"
Il
Gotha nano si fece tutto rosso in volto.
"Oh...
bella! Non proprio tutto di me ha le
minime dimensioni!"
Mr.
Tree non volle scendere in ulteriori particolari per non mettere troppo a
disagio il suo interlocutore. (Questi pianeti celavano delle caratteristiche
davvero insospettabili.) Decise di proseguire la sua passeggiata e salutò il
Gotha che riprese a lavorare infaticabilmente.
L'anello
ancora taceva. Era meglio non svegliarlo o si sarebbe messo a blaterare con
quella sua linguaccia da sapientone. Ma neanche l'aveva finito di pensare che
questi riprese conoscenza:
"Dove
stiamo andando?", chiese.
"A
fare un bagno!", rispose Mr. Tree che aveva notato un delizioso laghetto
poco lontano.
"Neanche
per sogno!", fece l'anello. "Te lo proibisco nella maniera più
assoluta. Sono allergico all'acqua e inoltre non è prudente..."
Mr.
Tree si era tuffato.
"Disgraziato!",
urlò l'anello sputando di qua e di là.
Mr.
Tree galleggiava divertito, sollevando ogni tanto il dito per non affogarlo.
L'acqua era limpida e freschissima, un vero sollievo dopo quell'estenuante
viaggio.
"Ti
odio!", ribadì l'anello che sembrava quasi non riuscisse a respirare.
"Se soltanto uno dei miei circuiti ha riportato lesioni... avrai di che
pentirtene!"
Poco
dopo Mr. Tree si mise ad asciugare al sole, sulla sabbia rosata di un isolotto
dall'aria tropicale, noncurante delle sue parole. Si sentiva rilassato e
finalmente felice.
"Vuoi
andare da qualche altra parte?", chiese l'anello brusco e indispettito.
"Neanche
per idea. Sto benissimo dove mi trovo."
"Sei
sicuro che non vuoi visitare qualche altro pianeta?", continuò con aria
ironica.
"Certo
che no.", l'albero si girò per abbronzarsi anche la schiena.
"E
allora guarda che ti combino!", urlò con divertita malignità.
Non
l'aveva neanche detto che il povero Mr. Tree sparì di nuovo.
12
Riaprendo
gli occhi si sentì congelare.
Era
completamente circondato da un ampio e soffice manto nevoso che ricopriva
completamente il suolo in ogni direzione e un vento fortissimo gli scompigliava
la bionda chioma fogliata con folate gelide e improvvise.
"Sei
un dispettoso!", disse rivolto all'anello. "Sarei tentato di buttarti
via, in mezzo alla neve."
"Non
credo ti convenga farlo. Senza di me non potresti più lasciare questo
pianeta!"
"Portami
via!"
"Non
ci penso neanche."
"Ti
ordino di portarmi via!"
L'anello
rimase altezzosamente in silenzio.
"Vuol
dire che riferirò a chi di dovere."
A
quella frase l'anello sembrò cambiare atteggiamento.
"Lo
faresti davvero?", chiese preoccupato.
"Certo...
se tu mi costringerai a farlo con il tuo comportamento!"
A
malincuore sembrò ravvedersi e fu allora che Mr. Tree scomparve per l'ennesima
volta.
13
Il
nuovo mondo non era tanto stabile e non si capiva bene dove si dovesse
camminare: c'erano suoli dappertutto.
A
destra.
A
sinistra.
Di
fianco.
Sopra.
Sotto.
Mr.
Tree si decise a camminare di fianco. Ogni tanto c'erano dei forti scossoni che
rimettevano tutto in discussione e l'albero si ritrovò a camminare sopra.
Questa
nuova situazione era, dopotutto, abbastanza divertente, per cui non protestò
con l'anello che chiese il permesso di farsi un altro sonnellino. L'albero fu
costretto a promettere solennemente che
non avrebbe fatto altri bagni fuori programma.
Ma
in lontananza apparve un bagliore inaspettato: sembrava una gigantesca insegna
luminosa, che avrebbe dovuto attirare gente da ogni dove.
"Ehi,
anello... aspetta!", fece Mr. Tree prima che l'altro si addormentasse.
"Cosa
c'è?"
"Puoi
tradurre quella scritta?"
L'anello
lesse ad alta voce la sua traduzione:
"Riunione
Galattica della Punteggiatura."
"Che
lingua è?", chiese l'albero.
"E'
italiano. Non si usa quasi più. Ora scusa, ma sono proprio stanco: devo
spegnermi per un po'."
Mr.
Tree, incuriosito, si incamminò lungo la direzione indicata dall'insegna; si
vedeva un grosso edificio in lontananza che emanava un'aria di austera
severità. Ad un tratto si fermò: gli sembrava di sentire qualcosa, ma
guardandosi attorno non notò niente di particolare.
Poi
finalmente lo vide. Uno strano essere, dalla forma allungata e i colori accesi,
stava facendo sollevamento pesi dietro un improvvisato separè.
"Chi
sei?", domandò Mr. Tree.
"Io
sono un Punto Esclamativo.", rispose l'essere.
Mr.
Tree, infatti, riconobbe i lineamenti tipici del punto esclamativo.
"Cosa
stai facendo?", chiese.
"Mi
sto allenando.", rispose il Punto Esclamativo. "Domani avranno inizio
le gare e devo assolutamente essere in forma!"
"Cosa
vuoi dire?"
"Dovrò
darmi da fare, o mi faranno fuori."
"Ma
di chi parli?"
"Di
chi vuoi che stia parlando? Del Punto Interrogativo, del Punto e Virgola e dei
Due Punti. Di chi sennò?"
"E
perchè vogliono farti fuori?"
"Ah,
ma da dove vieni? C'è in ballo la supremazia letteraria. Quest'anno sono state
organizzate delle gare sportive e il vincitore avrà la medaglia d'oro.", e
poi continuò, "Sai, lo scorso anno, quando c'era la gara di recitazione,
ho vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista, a fianco della Virgola.
Fu fantastico, un vero trionfo!"
Mr.
Tree sorrise divertito.
"Chi
pensi che vincerà, quest'anno?"
"Danno
per favorito l'Accento. Oggi va molto di moda: ognuno usa quello che gli
capita." Il Punto Esclamativo lasciò i pesi per passare agli anelli.
"Verrai a vedermi?"
"Mi
dispiace, ma sono in balia di un anello blaterante che ha il compito di
portarmi in giro nella Galassia. Le chiamano Vacanze a Sorpresa: ora sono qui, ora sono là... chissà dove sarò
nelle prossime ore!", spiegò l'albero. "Comunque... in bocca al
lupo!"
"Crepi
il lupo! Ciao!"
Mr.
Tree riprese la sua strada pensando a quali incredibili esperienze stava
andando incontro girovagando tra pianeti sconosciuti e remoti.
"Anello!
Sveglia!", chiamò insistentemente. "Quanto ancora durerà il mio
viaggio?"
L'anello
si riprese dal torpore:
"Sì...
ecco... ti rimangono ben... quindici minuti."
"Cosa?",
esclamò l'albero. "Ma siamo partiti non più di due ore fa!"
"Non
hai letto il contratto?", chiese stropicciandosi i brillanti.
"Beh,
veramente... la signorina..."
"Ahinoi",
disse l'anello, "il trucco della camicietta che cambia colore funziona
sempre. Sapessi quanti polli ci sono cascati! Firmano un assegno di diecimila
dollari e..."
"Diecimila?
Non erano solo mille?!"
"Puff!",
esclamò l'anello. "Neanche per sogno! Quella camicietta viene chiamata il
Persuasore Colorato.. Chi ce l'ha davanti agli occhi viene come ipnotizzato,
non è più in grado di connettere gli eventi..."
Mr.
Tree e l'anello erano ritornati in un lampo sulla Stazione Spaziale di Moca.
"Vorresti
dire che per questo viaggio di due ore e mezzo ho speso la bellezza di
diecimila dollari?"
"Certamente",
confermò l'anello, "una sola cosa ti rimane."
"Che
cosa?", chiese l'albero in preda alla rabbia.
"Me
stesso. Ora sono di tua proprietà e starò sempre con te. E... che ti
prende?"
Mr.
Tree era svenuto sul pavimento.